Disegno e rilievo, Storia dell'architettura, Restauro

ICAR/17 – Disegno
Prof. Sereno Innocenti 
Prof.ssa Ivana Passamani 
Dott. Massimo De Paoli 
Dott. Paolo Borin 
Arch. Alessandro Vitale 
Arch. Sissi Cesira Roselli 
Arch. Virginia Sgobba 

ICAR/18 – Storia dell’Architettura
Prof. Irene Giustina 
Ing.  Elisa Sala 
Arch. Arianna Rigamonti 
Ing. Lia Signorini 

ICAR/19 – Restauro
Prof.ssa Carlotta Coccoli 
Dott.ssa Barbara Scala 
Arch. Stefano Barbò 
Ing. Lia Signorini 
Arch. Davide Sigurtà 
Dott. Dario Gallina
Dott. Paolo Schirolli 

SETTORI ERC
L’attività scientifica dei gruppi di ricerca afferenti ai SSD ICAR/17, ICAR/18 e ICAR/19 si inserisce principalmente nei seguenti settori ERC (European Research Council):

  • SH5_6 History of art and architecture, arts-based research
  • SH5_7 Museums, exhibitions, conservation and restoration
  • SH5_8 Cultural studies, cultural identities and memories, cultural heritage
  • PE1_6 Geometria - Geometry and Global Analysis
  • PE6_8  Computer graphics, computer vision, multi media, computer games
  • PE8_3 Civil engineering, architecture, maritime/hydraulic engineering, geotechnics, waste treatment

AFFERENZA A DOTTORATI DI RICERCA

I docenti strutturati dei gruppi di ricerca ICAR/17, ICAR/18, ICAR/19 afferiscono al Dottorato di ricerca in Ingegneria Civile, Ambientale, della Cooperazione internazionale e di matematica del DICATAM - Università degli Studi di Brescia, curriculum “Recupero di edifici storici e contemporanei”.

TEMI DI RICERCA

SSD ICAR/17 – Disegno
Gruppo di ricerca coordinato dal prof. Sereno Innocenti

1. Disegnare come mestiere
Il disegno tracciato dalla mano, il de signum, è il linguaggio globale, l’esperanto sempre esistito, che la matita lascia sul foglio; ed è su questo concetto che si struttura il palinsesto della ricerca dell’area del Disegno, finalizzata da sempre alla rappresentazione a mano libera del paesaggio e dell’architettura, dell’oggetto e del progetto. L’introduzione del digitale non ha stravolto il processo progettuale, ma ha aggiunto potenzialità a un metodo che a partire dall’iniziale schizzo concettuale per arrivare all’oggetto costruito, si può configurare attraverso tre momenti nodali: il disegno, il modello e il disegno computerizzato

2. Disegnare per conoscere e riconoscere
L'attività di ricerca si sviluppa nel campo del disegno e del rilievo, quale strumenti indispensabili per la comunicazione di idee progettuali e per la conoscenza del costruito.
I principali campi di indagine riguardano il disegno di progetto, così come elaborato da architetti del passato, il rilievo del territorio e dell'ambiente, ai fini dell'individuazione dei caratteri e dell'unicità dei luoghi, il rilievo dei centri storici e dei tessuti edilizi, finalizzato sia ad un’analisi storico-critica che alla definizione delle caratteristiche e qualità dei luoghi, il rilievo architettonico, con particolare riguardo alla determinazione degli elementi più significativi, in relazione alla necessità di individuare le identità tipologiche di una comunità.

3. Disegno, storia e nuove tecnologie
Disegno e storia
La ricerca dell’architettura storica articolata nelle diverse fasi di documentazione, di rilievo e di formalizzazione - a mano libera, con disegno tecnico e mediante rappresentazione informatica bidimensionale e tridimensionale - è condotta con il chiaro proposito di rinvenire, nelle opere di architettura caratterizzate dalla presenza di ordini architettonici, rilevanti relazioni dialogiche con la trattatistica classica, al fine di facilitare operazioni di datazione e attribuzione.
Lo studio dell’architettura moderna, invece, prevede un differente approccio caratterizzato dall’analisi e modellazione solida di architetture rilevanti del Movimento Moderno.
L’analisi si struttura sul rapporto fra i principi sottesi ad ogni autore/opera e tre grandi riferimenti: la natura, la storia e la tecnica.
Disegno e nuove tecnologie
Il quadro di riferimento è il BIM e la programmazione di script ad essa associata. L’attività di ricerca ha come obiettivo la gestione delle relazioni tra il modello parametrico delle architetture analizzate e l'insieme d’informazioni a esso correlato e l’utilizzo di mezzi informatici atti alla rappresentazione dell’architettura, nelle sue parti costitutive (componenti morfologiche, tipologiche, funzionali e costruttive) al fine di facilitare la scelta dello strumento informatico più adatto, in relazione all'oggetto e al tipo di rappresentazione da fornirsi.
Gli strumenti impiegati nella ricerca, scelti nell'ambito del panorama sempre più ampio e in evoluzione della produzione informatica attuale, coprono sia il settore della rappresentazione bidimensionale dell'architettura sia quello della rappresentazione tridimensionale e del rendering.
 

SSD ICAR/18 – Storia dell’architettura
Gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Irene Giustina

1. Storia e analisi critica dell’architettura di età moderna e contemporanea
Questo versante dell’attività scientifica del gruppo è connotato da un prevalente interesse per tematiche riguardanti l’ambito lombardo, in particolare milanese e bresciano, e le relazioni con il più ampio contesto nazionale ed internazionale. I principali percorsi di studio riguardano:
- l’architettura tra secondo Cinquecento, Seicento e primo Settecento, con articolati studi su: l’architettura civile e religiosa attraverso alcune figure centrali del primo ‘600 lombardo e italiano, tra cui Francesco Maria Ricchino, Lorenzo Binago, Giovanni Ambrogio Mazenta; l’architettura sei-settecentesca a Brescia e Bergamo; l’architettura religiosa sei-settecentesca umbra e folignate, in collaborazione con l’Atlante Italiano del Barocco; la storiografia dell’architettura barocca e tardo barocca. In relazione al secondo ‘500, specificamente per l’area bresciana e veneta: l’architettura monastica benedettino-cassinese; l’architettura militare e il caso del Castello di Brescia; architettura residenziale patrizia a Brescia e nel territorio.
-l’architettura neoclassica, con prevalente riguardo per la figura, nodale nel neoclassicismo europeo, di Giacomo Quarenghi e la sua opera a San Pietroburgo e in Russia; architettura neoclassica a Milano e l’opera di Luigi Canonica; architettura neoclassica a Brescia e l’opera di Rodolfo Vantini.
-l’architettura eclettico-storicista, con specifica attenzione alla produzione milanese e bresciana di Antonio Tagliaferri, nel quadro della collaborazione scientifica con la Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda (BS) volta allo studio dell’archivio e della biblioteca Tagliaferri ivi conservati.
-l’architettura del primo Novecento, con particolare riguardo all’opera di Giancarlo Maroni nel Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (BS), nel quadro della collaborazione scientifica con la Fondazione del Vittoriale volta all’inventariazione e allo studio dell’archivio Maroni ivi conservato.
- biblioteche e libri d’architettura, uso delle fonti a stampa nel progetto d’architettura in età moderna e contemporanea, con specifiche esplorazioni del contesto architettonico bresciano tra ‘500 e tardo ‘800 (collaborazione al PRIN 2005-07; unità locale di ricerca PRIN 2008-12)

2. Storia delle tecniche architettoniche e costruttive
Questo versante dell’attività scientifica del gruppo – distinta da un peculiare approccio interdisciplinare teso a esplorare la complessità del costruito storico e ad accrescere la sensibilità per la sua salvaguardia e valorizzazione, in connessione soprattutto con l’ingegneria delle strutture, il restauro, la geologia applicata – è indirizzato a esplorare la cultura tecnico-architettonica e le pratiche costruttive di età preindustriale, in particolare per l’area lombarda, milanese e bresciana. I principali percorsi di ricerca riguardano:
- il lessico tecnico e l’organizzazione del cantiere, l’approvvigionamento e la lavorazione dei materiali edilizi, le pratiche e le tecniche costruttive, con articolati studi condotti sull’area lombarda tra il secondo ‘500 e il pieno ‘800 e con specifico interesse per le strutture voltate e cupolate in muratura e le coperture in ferro e vetro
-i materiali edilizi del costruito storico, con consolidate ricerche su: l’impiego dei materiali lapidei nell’edilizia storica lombarda e padana soprattutto in relazione al bacino di rifornimento dell’arco alpino e subalpino italiano, in collaborazione con la Geologia applicata; i leganti impiegati nell’edilizia storica e in particolare le malte di calce addittivate con idraulicizzanti naturali, con indagini anche sperimentali dedicate all’esplorazione della loro resistenza meccanica, in collaborazione con la Riabilitazione strutturale e la Geologia applicata.
 

SSD ICAR/19 - Restauro
Gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Carlotta Coccoli

1. Il restauro a Brescia e provincia nel XX secolo
Lo studio prende avvio dallo spoglio di quotidiani e riviste locali d’epoca, che ha fatto luce sull’acceso dibattito relativo ai maggiori interventi di restauro effettuati sui monumenti di Brescia e provincia fra la metà dell’Ottocento e la metà del Novecento.
La ricerca ha l’obiettivo di approfondire alcuni casi emblematici e i principali protagonisti del restauro bresciano. Ad oggi l’indagine ha riguardato, a Brescia, i casi del Broletto e del palazzo della Loggia. In provincia sono state approfondite le conseguenze degli eventi sismici che hanno interessato l’area gardesana nel corso dell’ultimo secolo (Salò, 1901 e 2004), analizzando i metodi di riparazione post-sismica (storici e moderni), anche alla luce delle peculiari caratteristiche costruttive degli edifici danneggiati. Lo studio ha riguardato l’intero tessuto urbano storico, nelle principali emergenze architettoniche e nell’edilizia minuta, ricostruendo attraverso le pratiche edilizie di riparazione conservate negli archivi locali (1901-1970) le trasformazioni della città, restituite a livello cartografico attraverso l’uso del GIS.
Attualmente, è in corso un approfondimento relativo all’attività bresciana del soprintendente Ettore Modigliani. 

2. I monumenti italiani attraverso i conflitti del Novecento
Nel solco di una tradizione che vede da molti anni il gruppo di Restauro architettonico dell’Università degli Studi di Brescia impegnato in questo filone di studi, la ricerca indaga i metodi di protezione preventiva, i danni bellici e gli interventi di riparazione e ricostruzione del patrimonio architettonico nel caso di eventi bellici, con particolare riferimento alle due guerre mondiali. L’approfondimento principale si riferisce all’organizzazione della “Sottocommissione Monumenti, Belle Arti e Archivi” (MFAA) in Italia nella Seconda Guerra Mondiale, alle mansioni assunte dai suoi membri e ai progetti di messa in sicurezza dei monumenti realizzati durante la permanenza alleata nella Penisola (1943-1945). La ricerca si declina poi nell’analisi dei principali cantieri della ricostruzione approfondendo i principali metodi di intervento, e nel ruolo assunto dai soprintendenti italiani.
Un più recente filone si riferisce alla stagione della Grande Guerra, con particolare attenzione al caso della ricostruzione dei centri minori, indagando l’esempio di Ponte di Legno, unico comune lombardo devastato dall’artiglierei austriaca nel settembre 1917 e ricostruito entro il 1921 per il tramite del Ministero per le Terre Liberate dal Nemico.

3. HBIM e processo di conservazione dei beni architettonici
La ricerca affronta – attraverso strumenti HBIM (Historical Building Information Modelling) – lo studio di nuovi processi di gestione e management di interventi di conservazione e restauro dell’architettura storica. In particolare, il percorso di studio affronta la fase successiva all’acquisizione dei dati di rilievo (laser scanner e fotogrammetria) per articolare un modello che assecondi le future azioni di conservazione e restauro sia in fase progettuale che di gestione del cantiere.
L’approccio HBIM nel campo dell’architettura storica si propone come strumento che può aiutare a gestire la complessità del progetto di conservazione riducendo il rischio della perdita dei dati già disponibili e di quelli in corso di acquisizione.
Le sperimentazioni proposte sono svolte in collaborazione con altri settori di ricerca per attivare una interoperabilità metodologica del HBIM, proponendo nuove strategie nell’uso dello strumento. Le sperimentazioni sono svolte su casi concreti attraverso la collaborazione con enti pubblici locali e nazionali, anche alla luce della normativa D.M. 560 del 1/12/2017.

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Ultimo aggiornamento il: 01/04/2022