Quanto finora illustrato e la peculiare impostazione didattica prescelta mettono in evidenza l’importanza, per lo studente, di un’assidua frequenza, al fine di pienamente conseguire gli obiettivi formativi propri del corso di Biodiritto:
- conoscere il quadro giuridico di attuale riferimento rispetto alle tematiche affrontate, nonché il percorso e l’evoluzione teorica che a tali soluzioni e approdi hanno condotto;
- acquisire la corretta terminologia giuridico-scientifica, laddove gli interrogativi sollevati dal Biodiritto sono frequentemente all’attenzione dell’opinione pubblica, dei mass media e dei social network, ma senza che la relativa trattazione sia caratterizzata dal rigore e dalla competenza che, invece, questi ben meriterebbero;
- essere in grado d’indagare le diverse questioni etiche utilizzando la «lente del giurista», il più possibile scevra da precostituite impostazioni ideologiche e unicamente attenta, per converso, al coerente rispetto del quadro valoriale costituzionalmente consacrato e tutelato;
- capovolgere il proprio, personale, quadro valoriale di usuale riferimento, al fine di comprendere i differenti punti di vista e alla ricerca, infine, di una soluzione giuridica il più possibile condivisa.
Il corso si propone di studiare ed esaminare alcune delle più spinose questioni bioetiche nella prospettiva del diritto privato e della responsabilità professionale dell’operatore sanitario, riformulando criticamente come problemi giuridici i dilemmi dalla bioetica sollevati. L’obiettivo perseguito, pertanto, è proprio la lettura dei fatti della vita umana e «materiale» - di cui si occupa il sapere bioetico - attraverso la lente dei principi generali, dei concetti e delle regole positive che contraddistinguono l’analisi privatistica. In quest’ottica, i temi di indagine privilegiata sono rappresentati dalla soggettività nel confronto con l’intrinseca debolezza dello statuto della persona negli stati di confine (dal neonato al malato terminale); dall’atto giuridico predicato in rapporto alle forme di disposizione del corpo e degli attributi della personalità; dal ruolo e dalla responsabilità del medico nell'àmbito dell’alleanza terapeutica stretta con il proprio paziente.
La trattazione di tali tematiche avverrà privilegiando la fonte giurisprudenziale e la diretta lettura delle decisioni che, in diversi ordinamenti, hanno affrontato le medesime problematiche. L’analisi comparatistica, infatti, consente l’individuazione di differenti possibili soluzioni, anche in ragione del modello bioetico di riferimento adottato nel caso specifico o che meglio interpreta il sentire sociale e i princìpi giuridici di una determinata comunità, nonché con riferimento al – di volta in volta – diverso atteggiarsi e declinarsi delle fonti e dei formanti del diritto stesso.
Il programma, in particolare, prevede una prima parte «definitoria», relativa ai valori e ai princìpi coinvolti nelle tematiche destinate ad essere trattate (interessi tutti egualmente previsti e tutelati dalla Carta costituzionale italiana: dignità/libertà/autonomia/vita/salute/identità), per poi affrontare le fondamentali questioni attinenti all’inizio della vita umana, prima di tutto scaturenti dall’invasione della scienza in un àmbito – quello riproduttivo – fino a qualche decennio fa esclusivamente demandato alla Natura, ai tempi e alle modalità da questa dettati. A seguire, le lezioni si soffermeranno su alcuni snodi cruciali del rapporto medico-paziente (in primis: l’informazione e il consenso, nonché il rifiuto o la pretesa dell’ammalato), per approdare ai capitali interrogativi posti dal c.d. fine-vita, in relazione ai doveri del medico e ai diritti del suo assistito (minorenne o maggiorenne; cosciente o incosciente; terminale e/o incurabile).
Programma
1. Dalla bioetica al biodiritto:
- Dignità;
- Libertà;
- Autonomia;
- Vita (rispetto della);
- Salute;
- Identità.
2. L'inizio della vita umana:
- Lo statuto giuridico dell’embrione;
- La cura dei neonati pretermine;
- Il neonato anencefalico;
- L’interruzione della gravidanza;
- La procreazione medicalmente assistita;
- La maternità surrogata: turismo riproduttivo, ordine pubblico e miglior interesse del minore;
- L’errore medico e lo «scambio degli embrioni»;
- La filiazione per le coppie di persone dello stesso sesso.
3. Il rapporto medico-paziente:
- Il consenso informato e la responsabilità professionale del medico;
- La responsabilità sanitaria «da nascita indesiderata» (wrongful birth e wrongful life);
- Il rifiuto delle cure;
- Libera scienza e libertà di cura: autonomia del medico, autonomia del paziente, tutela della salute. Dalla «cura di Bella» al «caso Stamina»;
- Le vaccinazioni fra cogenza normativa ed evidenza scientifica;
- Il maschile e il femminile fra sesso anagrafico, psichico e anatomico;
- Salute, diritto alla salute e sostenibilità del sistema sanitario;
- La brevettabilità degli esseri viventi.
4. La fine della vita umana:
- L’interruzione o la non attivazione dei trattamenti sanitari (desistenza terapeutica v. accanimento terapeutico);
- La volontà del paziente terminale;
- La cura del malato terminale minore d’età;
- L’obiezione di coscienza del medico;
- Le disposizioni anticipate di trattamento;
- L’idratazione e l’alimentazione artificiali del paziente in stato vegetativo permanente ed irreversibile;
- La sedazione palliativa profonda e continua nell’imminenza della morte;
- L’eutanasia e il suicidio assistito;
- L’accertamento della morte.
Per gli studenti non frequentanti è richiesta la preparazione del seguente testo: S. CACACE, Autodeterminazione in Salute, Giappichelli, 2017. L'esame si svolgerà in forma orale.
Per gli studenti frequentanti, invece, oggetto d’esame saranno gli argomenti trattati e il materiale indicato a lezione (e disponibile on line). La valutazione finale, peraltro, terrà principalmente conto della qualità e dell’assiduità della partecipazione durante le ore di lezione. Si tratterà per lo più, dunque, di una valutazione in itinere, la quale verrà altresì definita per il tramite di due ulteriori elementi/momenti: nello specifico, v. infra, sub. "Modalità di verifica dell'apprendimento".
Il corso viene condotto tramite lezioni frontali (anche con il supporto di strumenti informatici: Power Point), fortemente caratterizzate dalla ricerca di una continua interazione con il pubblico degli studenti. Tutto il materiale richiamato a lezione (normativa, giurisprudenza, dottrina, etc.) verrà messo a disposizione sulla “comunità didattica” del corso (Moodle). Gli studenti saranno costantemente sollecitati alla partecipazione e il docente manifesterà la massima disponibilità possibile all’ascolto, al dialogo e al confronto, finalizzati a sempre nuove costruzioni e riflessioni giuridiche. Durante una delle ultime lezioni del corso, il docente potrà altresì proporre alla classe la visione di un film a tema.
Per gli studenti non frequentanti è richiesta la preparazione del seguente testo: S. CACACE, Autodeterminazione in Salute, Giappichelli, 2017. L'esame si svolgerà in forma orale.
Per gli studenti frequentanti, la valutazione finale terrà principalmente conto della qualità e dell’assiduità della partecipazione durante le ore di lezione. Si tratterà per lo più, dunque, di una valutazione in itinere, la quale verrà altresì definita per il tramite di due ulteriori elementi/momenti:
1. Breve presentazione alla classe, da parte di uno o più studenti, di un argomento proposto dal docente o individuato dallo stesso discente (e successivamente concordato con il docente). All’inizio del corso, il docente propone una lista di argomenti oggetto di possibile approfondimento; calendarizza le presentazioni, una volta raccolte le disponibilità degli studenti; presta supporto agli studenti (per e-mail o a ricevimento) durante la preparazione stessa della presentazione, indicando metodologia e materiali. Le presentazioni avverranno in forma orale, preferibilmente con l’ausilio di un Power Point (il quale verrà, poi, caricato sulla piattaforma Moodle, previo consenso del presentatore, ad integrare il materiale utile ai fini della preparazione all’esame) e non dovranno, in via generale, superare la mezz’ora di tempo. Sarà altresì richiesto allo studente di tradurre (entro la fine del corso) la propria presentazione in forma scritta, al fine di esercitare una competenza di sovente negletta – e a torto, considerati gli sbocchi professionali della laurea di riferimento – dall’aspirante giurista;
2. Partecipazione ad un processo simulato. All’inizio del corso, il docente presenta alla classe un caso, che sarà oggetto, appunto, della simulazione di un processo (quale ultima lezione del corso, a coprire un’intera mattinata), su cui gli studenti si prepareranno divisi in due gruppi (accusa/difesa), con l’ausilio e la guida del docente. Il terzo gruppo, costituito da tre giudici (studenti alternativamente appartenenti alla classe o, a garantire una maggiore neutralità, studenti “anziani”, già frequentanti il corso nei passati anni accademici), avrà il compito di “moderare” lo svolgimento del processo, nonché di decidere, previa redazione della relativa decisione (di cui verrà data lettura il giorno successivo al processo stesso). Il docente assisterà al processo senza ruolo alcuno e intervenendo il meno possibile.
Per gli studenti frequentanti, dunque, oggetto d’esame saranno gli argomenti trattati e il materiale indicato a lezione (e disponibile on line). Il giorno dell’appello, l’esame si svolgerà in forma orale, ma si ridurrà alla mera verbalizzazione del voto laddove tutte le attività sopra descritte (partecipazione a lezione; lavoro di micro-teach per il tramite di una presentazione alla classe; simulazione di un processo) saranno state realizzate con entusiasmo e successo.