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Nessuno.
Dotare gli studenti di conoscenze e categorie analitiche utili a districarsi nell’accesa e annosa querelle che contrappone, da un lato, i sostenitori del modello dell’istituzionalizzazione e del riconoscimento giuridico delle professioni, dall’altro, i fautori del modello della deregolazione o regolazione del mercato. Saranno considerati anche i risvolti europei di questo dibattito.
Nel corso si analizzeranno le libere professioni, quelle occupazioni, cioè, per esercitare le quali è necessario essere registrati in appositi albi tenuti dai rispettivi ordini e/o collegi e regolate dall'art. 2229 e seguenti del Codice civile ("Delle professioni intellettuali"). Nel tentativo di capire perché alcune professioni sono state "istituzionalizzate" e altre no, saranno messe in luce le circostanze sociali favorevoli e le strategie appropriate grazie alle quali alcune occupazioni, e non altre, riescono ad ottenere i privilegi e i poteri afferenti allo status professionale. I processi di professionalizzazione saranno approfonditi anche a livello diacronico attraverso la storia delle principali professioni liberali europee dalla caduta degli antichi regimi ai giorni nostri. Durante il corso -e a partire dal libro di S. Turow, Harvard Facoltà di legge, Milano, Mondadori, 1991- si dedicherà una lezione/seminario ad una comparazione fra i sistemi di insegnamento vigenti nella famosa Facoltà americana e quelli praticati nella nostra.
TESTI CONSIGLIATI
1. L. SPERANZA, I poteri delle professioni, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1999 (escluse le pagine da 99 a 112).
2. M. MALATESTA, Professionisti e gentiluomini, Torino, Einaudi, 2006; Cap. II, Le professioni legali, pp. 31-112; cap. VI, Donne e uomini nelle professioni, pp. 288-346.
Per gli studenti frequentanti sarà sufficiente studiare il libro di Maria Malatesta.
Lezioni frontali.
Esame orale.