Dopo il Trattato di Lisbona, il superamento dell’Europa “a Pilastri” e la creazione di un vero e proprio diritto dell’Unione, anche in materia penale, impongono agli interpreti un approccio nuovo: uno studio integrato dei fondamenti del diritto processuale penale, capace di ritrovare le proprie matrici sia nella produzione normativa europea, dove alle fonti di natura legislativa si affianca, in particolare, l’opera esegetica della Corte di Giustizia di Lussemburgo, sia nell’ultradecennale giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.
Una parte del Corso, dunque, viene dedicata al sistema composito delle fonti del diritto processuale penale, ormai debitore, oltre che al legislatore nazionale e, in qualche misura, alla giurisprudenza della Corte costituzionale, all’Europa dell’Unione e all’Europa del Consiglio. In quest’ottica, quindi, si esaminerà la tutela multilivello dei diritti fondamentali, come delineata dal dialogo tra le Corti. Dalle “sentenze gemelle” della Corte costituzionale all’incidenza nel diritto interno della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per un verso, e il ruolo della Corte di Lussemburgo come interprete del diritto dell’Unione, dall’altro.
Infine, verranno esaminati i soggetti e gli strumenti della cooperazione giudiziaria europea, tra mandato d’arresto, ordine europeo di indagine penale, tutela della difesa, informazione e traduzione, tutela delle vittime e ordine di protezione europeo.