Laboratorio BrAL-Brixia Accessibility Lab

Un laboratorio di ricerca per lo sviluppo locale

Nuova opportunità di approfondimento culturale e di cooperazione scientifica interdipartimentale e interdisciplinare intorno ai temi strategici dell’accessibilità e dello sviluppo locale

“Brixia Accessibility Lab – Accessibilità al Patrimonio Culturale & Benessere” è il nuovo laboratorio di ricerca dell’Università degli Studi di Brescia dove vengono condivise esperienze e competenze sul tema dell’accessibilità ai luoghi di interesse culturale, per lo sviluppo della città e delle comunità locali. La struttura, che coinvolge le quattro macroaree di Ateneo (Economia, Giurisprudenza, Ingegneria e Medicina), è diretta dall’ing. Alberto Arenghi, ricercatore universitario di Architettura tecnica afferente al Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica. Nello specifico, l’Accessibility Lab bresciano, sensibile ai continui e rapidi cambiamenti della società, si proietta verso il futuro e si propone di rappresentare un punto di riferimento per soggetti pubblici, privati e del terzo settore nel campo della ricerca di base e applicata, della formazione e della consulenza sull’accessibilità ambientale per lo sviluppo umano a livello locale. In Italia stanno nascendo organismi analoghi e presto potrebbe essere istituita anche una rete nazionale di coordinamento.

L’accessibilità indica l’attitudine di un habitat a garantire ad ogni persona una vita indipendente, a prescindere dall’età, dal genere, dal background culturale e dalle abilità fisiche, sensoriali e cognitive. Lo scopo del Laboratorio è quello di definire, consolidare e promuovere una nuova cultura che veda l’accessibilità dell’habitat come una grande risorsa collettiva per la capacitazione umana, per rendere più vitali, sicure e coese le comunità locali, per la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico. Questa aspirazione richiama il concetto di “bene comune” che si basa su due principi fondamentali: la cittadinanza attiva e la partecipazione delle comunità ai processi decisionali.

Il concetto di Benessere può essere considerato come il comun denominatore rispetto al quale i differenti saperi presenti nel Laboratorio declinano la tematica dell’accessibilità. Lo European Observatory on Health Systems and Policies ha definito il benessere come "lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società".

“Il benessere è una delle chiavi per descrivere compiutamente la società, la salute dei cittadini, il loro grado di partecipazione attiva, il rapporto con l’ambiente naturale e costruito – afferma il prof. Maurizio Memo, prorettore delegato per la ricerca e referente per l’area Stili di Vita del nuovo progetto strategico di Ateneo Health&Wealth recentemente approvato dal Consiglio di Amministrazione. In quest’ottica – prosegue - il benessere è misurabile e l’accessibilità può assurgere ad indicatore di sostenibilità, un concetto in continua evoluzione e basato sulle dimensioni ambientali, economiche e sociali a cui più recentemente si è aggiunta quella culturale”.

L’accessibilità è un “processo” che esprime una tensione verso un obiettivo, più che l’obiettivo stesso. È un valore che attiene al diritto di ciascuno di determinare la propria esistenza e di partecipare alla vita collettiva e alla crescita della società sulla base di uguaglianza con gli altri, e assume una pluralità di significati: cifra di civilizzazione che la nostra epoca consegna alla storia, ponte verso la cultura e la bellezza, opportunità di benessere civile ed economico. L’accessibilità ambientale rappresenta un imprescindibile fattore di inclusione sociale e di sviluppo socio-economico delle comunità locali, una preziosa risorsa per il progetto e un inevitabile requisito per lo sviluppo della città e del territorio.

Il Direttore del BrAL ing. Alberto Arenghi precisa che “a livello metodologico generale si tratta di approcciare i temi di cui sopra con un atteggiamento che alla «cura» sostituisca il «prendersi cura»: se il primo richiama l’urgenza, la terapia d’urto, la manovra economica correttiva e dunque interventi che spesso si esauriscono nel breve tempo senza che venga monitorato il dopo, il secondo prevede una «cultura dell’attenzione» duratura e costante nel tempo che si esplica attraverso azioni che evocano la manutenzione, la riabilitazione, la gestione oculata del bilancio”.

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Ultimo aggiornamento il: 27/04/2021