Due nuove aree boscate nel Campus di via Branze

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Due nuove aree boscate nel Campus di via Branze

L’Università degli Studi di Brescia presenta lo stato di avanzamento di UNIBoScoil programma di piantumazioni nelle aree verdi del Campus di via Branze.

Promosso e coordinato dalla Delegata del Rettore all’edilizia universitaria – Campus sostenibile, prof.ssa Ivana Passamani e dalla Commissione per la Sostenibilità e inserito nel piano delle azioni di UNIBS Sostenibile, il progetto intende riqualificare aree già esistenti e realizzare nuovi boschetti di essenze autoctone, con l’obiettivo di ottenere positivi effetti climatici locali e globali, contribuendo a contrastare le emissioni di anidride carbonica e promuovendo la lotta al cambiamento climatico.

«UNIBoSco è un polmone verde per l’Università, la città e non solo, perché tutti quanti traiamo beneficio da un ecosistema in buono stato di salute – dichiara la prof.ssa Passamani -. UNIBoSco rappresenta un importante segno di speranza e di rinascita, soprattutto oggiLa biodiversità e la continuità del paesaggio autoctono sono preziosi per il nostro futuro: ecco perché la nostra Università ha sentito l’urgenza di impegnarsi in questa scommessa culturale e formativa, valorizzando e rinnovando in maniera sostenibile le specie arboree locali e salvaguardando le specie potenzialmente minacciate».

Gli studenti di UniBs for SDGs, il club studentesco dedicato ai temi legati alla sostenibilità, hanno realizzato un video, veicolato su canali social di Ateneo, per promuovere UNIBoSco:

«Un proverbio orientale cita: “Una società diventa grande quando gli anziani piantano alberi sapendo che non siederanno sotto la loro ombra”. Con estrema probabilità non saremo noi studenti e studentesse attuali a godere delle piante introdotte con UNIBoSco, ma abbiamo visto come pensare nel breve termine sia distruttivo. Le future generazioni studieranno all’ombra delle chiome che presto cresceranno: quello che stiamo facendo oggi non è semplicemente insediare una pianta nella sua nuova dimora, ma è costruire un qualcosa per coloro che verranno».

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Il progetto UNIBoSco si compone di due “anime”. La prima, denominata UNIBoSco1, è stata avviata nel 2020: l’intervento si è concentrato sull'area lungo il torrente Garza, a nord ovest del Campus di Ingegneria di via Branze 38 e ha previsto l’inserimento di 2.400 mq di nuova superficie alberata e la riqualificazione di 2.700 mq di area già esistente e inutilizzata, per un totale di 5.100 mq. Le piantagioni arboree piantate appartengono prioritariamente a specie arboree autoctone, ecologicamente coerenti con l’ecosistema e specie in grado di massimizzare il sequestro di carbonio.

Si tratta di un vero e proprio arboreto didattico, una palestra per la comunità universitaria nella quale avvicinarsi al mondo vegetale e comprenderne il forte valore educativo e ambientale: gli alberi e gli arbusti della nuova area verde sono raccontati da etichette botaniche dedicate, che illustrano, per ogni specie, la famiglia, il nome botanico e il nome volgare, la forma biologica, la provenienza e la diffusione, oltre che a dati relativi allo stoccaggio e al sequestro annuale di CO2.

Un secondo successivo intervento, denominato UNIBoSco2, riguarderà in autunno la realizzazione di nuova area boscata nel Campus che ospiterà pannelli informativi recanti lo stato di fatto prima della piantagione e le fasi del progetto.

Abbattere per ricreare. Tra le iniziative legate ad UNIBoSco2 rientra il progetto di rinnovamento e riqualificazione del sistema di pioppi cipressini (Populus nigra 'italica') piantati nel 1995 in via Branze, la cui lettura appare compromessa e lacunosa a causa del crollo di alcuni esemplari, causato negli anni scorsi da eventi metereologici rilevanti. Alcuni di essi, risultati maggiormente a rischio di danno per la probabilità di cedimento sugli spazi pubblici, saranno abbattuti per recuperare e incrementare le funzioni paesaggistico-ecologiche dell’area boschiva. L’opzione di interventi di cura e mitigazione è stata esclusa per i costi elevati e l’esito esteticamente deleterio degli stessi; la biomassa recuperata sarà usata come pacciamatura delle nuove aiuole, senza ri-emissione in atmosfera della CO2 sequestrata.

Nella revisione dell’analisi del rischio sono stati coinvolti il Dottore forestale Adriano Prandelli e un gruppo di studenti del corso di laurea in Sistemi Agricoli Sostenibili. Gli studenti hanno potuto apprezzare la qualità del progetto e i suoi benefici, connessi al recupero e all'incremento delle funzioni paesaggistico-ecologiche del bosco, la quantità di CO2 assorbita rispetto ai tassi di assorbimento attuali e l'incremento della ricchezza in specie e della diversità degli habitat.

 

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Ultimo aggiornamento il: 21/06/2022