Con il trascorrere dei periodi ed in tutti i tempi, grazie ad una innata vocazione per la terapia, l’uomo ha familiarizzato ed imparato sempre più ad usare sostanze di vario genere per curare gli stati morbosi. Nell’800, importanti conoscenze sul piano fisiopatologico e su quello dei problemi clinici hanno dato notevole slancio allo sviluppo della moderna industria farmaceutica. Nasce, così, la chimica di sintesi che non solo riproduce i principi attivi di farmaci di origine naturale ma genera anche la stragrande maggioranza delle sostanze che oggi abbiamo a disposizione. In particolar modo, per quanto riguarda la terapia delle malattie cardiovascolari, i dati epidemiologici degli anni 50 del secolo scorso, hanno dato un forte impulso allo sviluppo della ricerca farmacologica con la nascita di numerosi prodotti di sintesi chimica a partire dal primo, l’acido acetilsalicilico, dai diuretici, dai beta-bloccanti, per arrivare alle statine, agli ACE inibitori, ai sartani, agli ARNI, e negli anni recenti, ai nuovi antiaggreganti, anticoagulanti, anti ischemici ed ad alcuni ipoglicemizzanti ed ipolipemizzanti. I numerosi studi clinici condotti negli ultimi decenni hanno dimostrato, in modo inequivocabile, la capacità di alcuni fra questi farmaci di prevenire le malattie cardiovascolari e di modificarne la storia naturale. Contestualmente a questi dati sono sorti, tuttavia, complessi problemi di tipo clinico-gestionale, secondari alla terapia plurima che caratterizza ormai buona parte dei nostri pazienti. In questo contesto, abbiamo pensato al nostro aggiornamento spinti dal desiderio di entrare nel merito di alcune tematiche, quali, ad esempio:
- le evidenze sull’anticoagulazione con antagonisti vit K, DOAC ed EBPM in contesti clinici complessi;
- la rivascolarizzazione completa in corso di SCA;
- le novità nel trattamento dello scompenso cardiaco;
- le cardiomiopatie da dissincronia di contrazione
- la strategia antitrombotica durante e nel post-PCI;
- le migliori strategie per gestire al meglio la sindrome coronarica cronica;
- la gestione ed il controllo dell’ipercolesterolemia;
- o, ancora, i farmaci che modificano la storia naturale del processo aterosclerotico
È obbligatorio, dunque, conoscere a fondo la fisiopatologia per poter sfruttare appieno i benefici della terapia necessaria per trattare la malattia cardiaca e, nel tempo stesso, proteggere gli organi bersaglio, riducendo al minimo gli effetti collaterali. Vi deve essere una stretta integrazione degli aspetti scientifico culturali con quelli applicativi, nella consapevolezza che i grandi progressi metodologici e conoscitivi degli ultimi decenni ci hanno consentito di imparare, in maniera sempre più compiuta, gli effetti dei farmaci che utilizziamo nella pratica clinica quotidiana.
Per maggiori informazioni consultare la locandina allegata.