Biografia
FRANCO RINALDI
Bagnolo Mella (Bs) 1954
Si dedica alla pittura sin dalla fine degli anni ’70 e dal 1982 si dedica anche alla grafica d'arte, ottenendo importanti riconoscimenti.
Tra i più significativi la presenza alla prima Under 35 cento artisti per cento critici a Bologna su segnalazione di Riccardo Barletta; al Premio Suzzara invitato da Renzo Margonari; a quaranta artisti per Goethe-Scuderie Palazzo Ducale Mantova; per Un’Immagine Imprudente-Gazzoldo Degli Ippoliti MN; III Biennale don Primo Mazzolari invitato da Margonari.
È presente nel catalogo della mostra THE ARTIST AND THE BOOK IN TWENTIETH-CENTURY ITALY MOMA-NEW YORK ancora è presente in varie biennali di xilografia a Bagnacavallo-RA, in Il Segno e I suoi dintorni Penne PE, alla Triennale di Xilografia Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce GE e alla VI Rassegna Internazionale Di Piccolo Formato Museo Ala Ponzone-CR.
Tra le personali: Mostra-Xilografie Biblioteca Sormani Milano con testi di Alda Merini e Ito Itaru; Oltre Il Velario Del Sogno-galleria Tikkun Milano curata da A. Schwarz e R. Barletta; arriverà L'uomo Nuovo alla Primo's Gallery-BS curata da Riccardo Barletta.
Al Museo del Risorgimento Piccolo Miglio di Brescia c’è una sua personale con opere di grande formato dal titolo Nei Giardini Del Sogno curata da M. Bernardelli Curuz e al Museo Diocesano una personale sul tema degli angeli dal titolo Oltre lo Sguardo curata da G. Fusari entrambe volute dalla Fondazione C.A.B. (Credito Agrario Bresciano).
Dal settembre 2022 al febbraio 2023 espone una sua personale a Villa Mirabella, Vittoriale degli italiani, dal titolo: Poetica-le immagini nella poesia-la poesia per immagini, accompagnata dal libro Il viaggio di Ulisse con poesie di Gabriele d'Annunzio edito per la mostra.
Sua é la xilografia in copertina del libro di Alda Merini, LA VITA FACILE (Bompiani 1996).
Numerose sue opere accompagnano i libri delle edizioni Pulcinoelefante e L'Obliquo.
La rivista "Città e Dintorni" pubblica in copertina un suo disegno.
Opere in copertina di libri, tra cui Innovazione Tecnologica e Sicurezza sul Lavoro (ed. Fondazione Anna Kulicioff). Parole Lievi Parole Grevi tra psicologia clinica e medicina di Paola Manfredi (ed. Borla).
In copertina di Elogio della Cultura di Agostino Mantovani (Marco Serra Tarantola editore). Animali incontrati di Agostino Mantovani (ed. Albatros 2018).
Sue opere compaiono in "Vogue Italia", "Tono Minore", "Dentro Casa", "Stile Arte", "nostrolunedì", "L'Ago", "Io Donna" e numerosi quotidiani.
Nel 2005, curata da Riccardo Barletta, esce una monografia per la Primo's Gallery Edizioni.
Nel 2009 il catalogo Nei Giardini Del Sogno per "Stile Arte", curata da Maurizio Bernardelli Curuz, edito per la mostra al Piccolo Miglio.
Nel 2006 pubblica con padre Galdino Tagliabue Necessità Della Pasqua e nel 2007, sempre con padre Galdino Tagliabue La Notte che Illumina (ed. La Nuova Rapida Cremona).
Per le edizioni L’Obliquo ha pubblicato Il mio Oceano che dorme con poesie di Alberto Casiraghy, 1996. Fuochi Fatui-con poesie di Alberto Albertini,1997. L'Orizzonte Verticale poesie di Alessandro Pelliccioli, 2012, Oltre lo Sguardo nel 2013 con testi di Giuseppe Fusari, Agostino Mantovani, Nicola Baroni. Nel 2016 Inside The Mind per la mostra con Gerardo Losi a Palazzo Loda e a Segni Festival della Fotografia con testi di Antonia Bertelli, Nicola Baroni e Giulia Camilla Bassi.
Nel 2017 Immagini Apparse con poesie di Agostino Mantovani per la mostra nella sede di Azimut-Brescia.
In copertina di Immigrazione e Contesti Locali, annuario CIRMiB 2017-18-19-20-21-22-23 a cura di Maddalena Colombo e numerose Le copertine di varie edizioni sempre di Vita e Pensiero edizioni.
È stato tra i fondatori dell'associazione Amici Istituto del Radio Olindo Alberti Spedali Civili di Brescia, ne esegue il logo e cura per alcuni anni la scenografia del concerto di San Valentino al teatro Grande di Brescia curato dall'associazione stessa.
Presenta il suo lavoro al convegno Viaggio attraverso i sensi in compagnia di uomini e donne d'Arte e di Scienza, Facoltà di Medicina e Chirurgia di Brescia e la sua opera è logo del convegno ed è successivamente analizzata nell'introduzione del libro che segue.
Su di lui e sulla mostra Nei Giardini del Sogno Gerardo Losi realizza un lavoro fotografico dal titolo Controcanto esposto alla Biblioteca Queriniana di Brescia.
È membro del comitato organizzatore di Dòsti festival delle arti e delle culture religiose di Brescia.
Macchina Poeta Artista 1991
Nell’opera che ha per titolo “Macchina poeta artista” va evidenziata la data di esecuzione 1991, perché si può notare come già, più di trent’anni fa, l’artista ci mostrava, avvisandoci, che un giorno le macchine potranno essere poeta e/o artista. Questo tempo ora è vicino più che mai? L’immagine ci accoglie con una specie di “ziggurat” (una spirale che sale verso il cielo) con alla propria sommità delle parabole che si muovono captando i segnali, le emozioni, i rumori e i suoni dell’anima. Questi segnali misteriosi saranno tradotti dalla nostra fantasia e diverranno poesia e arte. Noi che siamo i fruitori di quest’opera dobbiamo immaginare che ci stia indicando una direzione, un ponte con le nostre emozioni. Spesso gli artisti sono come dei rabdomanti che captano, fiutano, accolgono il flebile messaggio che c’è nello spazio del tempo e nell’anima della società, lo traducono in immagini e, in quanto tali, ce lo rimandano nel loro contenuto, spesso criptico. Una volta che il tempo lo disvelerà tutti potremo renderci conto di quanto l’artista ci voleva comunicare con la poesia dell’immagine. Perché l’artista con ciò ci mostra nuovi mondi e lascia a noi la gioia di scoprirli.
Riflessione a cura di A. Mantovani
Racconto 1987
L’opera è racchiusa da una cornice che la cinge in un intreccio di colori, come a creare un caos che la isola dal difuori. L’immagine al centro si sdoppia come fosse il giorno e notte, come fosse buio e luce, segni misteriosi svolazzano tutto intorno, simboli che fanno vibrare la superficie. Colui che c’è dentro è, allo stesso tempo, colui che c’è fuori, in una sorta di alchimia del racconto. Tutto, in quest’opera, si muove da un lato all’altro e riusciamo quasi a percepirne il movimento. La figura stessa diventa simbolo, diventa un ritratto dell’individuo che la nostra società rende criptico, racchiuso nel proprio io, ma bisognoso di dialogo. Appoggiato sul bordo inferiore, come in un ritratto rinascimentale, sembra stia al davanzale ad attenderci per dialogare con noi. Perché il vero soggetto sono gli osservatori. Siamo noi che ci interroghiamo sull’opera che si modifica nel tempo, portando il suo messaggio nel profondo, dove convive con la poesia dei sogni. Quelli dell’individuo e quelli della collettività. Nell’arte si specchia la società, accompagnandola e vivendola con essa.
Riflessione a cura di A. Mantovani
Metamorfosi del pensiero 1990
L’opera appartiene al ciclo dedicato a Franz Kafka a cui l’artista ha lavorato per molto tempo. Qui le suggestioni sono attinte dal racconto ‘la colonia penale’, dove ci appare questa grande figura macchina/animale che fluttua nello spazio come una valchiria pronta alla vendetta, ma l’artista non ci mostra cosa e chi è il destinatario, ci mostra solo il gesto visto con la fredda visione della macchina/animale. Noi non siamo coinvolti nell’azione, viviamo il moto e la consapevolezza che qualcosa potrebbe accadere e che in realtà non accade mai. È la sospensione come nei racconti di F.K. a mantenerci nel tempo infinito del giudizio dove anche a noi è dato ascoltare e vedere questo tempo di sospensione. L’immagine che l’artista ci mostra in questo lavoro è imponente, sovrasta quasi l’emozione, senza mai dimenticare che l’arte è bellezza. Nell’opera si percepisce tutta la poesia dei colori, l’armonia dei toni e il valore della forma. Tutto questo per dirci che all’arte è affidato il compito di mostrarci messaggi che vivono con noi e possono durare nel tempo. All’opera è demandato il compito di farci vivere queste emozioni e solo così possiamo viverle.
Riflessione a cura di A. Mantovani
Il mondo altro 2003
L’opera apre uno spazio mentale, una sorta di universo dove la forma si modifica davanti alla nostra visione, il blu striato del fondo porta in superficie quello che potrebbe essere un satellite in mutazione verso una vita propria. Le forme stanno diventando antropomorfe, si muovono in una direzione mentale in sospensione, si muovono forme e forze che il caso compone in un ordine di equilibrio, come nell’ “equilibrio di Nash” dove nessuno, da solo, riesce a migliorare la propria posizione perché, per migliorare, occorre agire tutti insieme. Ed è in questo che l’artista ha visto la potenza delle forze di ordine, di calcolo, di visione dell’ignoto. Paradossalmente l’opera può essere considerata antica, l’artista ha sicuramente ascoltato le suggestioni del “De rerum natura” di Lucrezio. Immaginare è costruire verso un ignoto, ma senza il calcolo non ci sono le basi e l’arte non si sottrae a questo.
Riflessione a cura di A. Mantovani