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8 Marzo | Giornata Internazionale della donna

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Giornata internazionale della donna

La Guerra delle donne è un testo, probabilmente tra i meno noti di Dumas senior, che non conquistò il successo dei tre Moschettieri o del Conte di Montecristo. Nella "Guerra delle donne", quel sentimento popolare che renderà immortali gli altri suoi scritti non è così evidente, ma si tratta comunque di un romanzo di buon livello, soprattutto se pensiamo alla descrizione dello scenario storico in cui la vicenda è ambientata, con le due protagoniste femminili che ben risaltano grazie al tratto dello scrittore.

Purtroppo la guerra delle donne è anche una tragica realtà, oggi più che mai evidente, Il dramma è il solito: quello di una guerra voluta da altri, uomini quasi sempre, nel quale le donne si ritrovano coinvolte loro malgrado.

Donne spaventate, atterrite, stanche e confuse che cercano di scappare e di mettere al riparo figlie e figli, tentando di raggiungere un confine che le sottragga a ogni forma di dolore, orribile quanto prevedibile.

Nelle foto delle donne ucraine in questi giorni ma anche delle donne afghane, e siriane, e curde per restare agli ultimi tempi, si scorge la sofferenza che le segnerà per sempre e che, anche quando riescono a sopravvivere, durerà per sempre nei loro racconti e nei loro ricordi.  

Nelle foto abbiamo colto i loro gesti: semplici, quotidiani eppure eterni, gesti di profonda dignità femminile che si contrappone alla prepotenza di chi esige una guerra che non è mai la loro. Donne che si sono trovate all’improvviso in situazioni disperate in cui dominano la paura, il pericolo e la violenza.

La loro capacità di reagire, spontanea quanto inevitabile rende queste donne protagoniste del nostro tempo, lontane mille miglia dalla retorica bellica e vittoriose per il solo fatto di aver dovuto affrontare la guerra sperando solo di trovare la pace

A queste donne, che escono dalle pagine della tragedia classica in cui il nostro immaginario le ha collocate per prendere vita e forma delle abitanti di Kiev, Kabul e Aleppo l’Università degli Studi di Brescia si rivolge in questo triste 8 marzo, gridando che non sono e non saranno mai abbandonate, dichiarando loro che per noi sono sorelle, più che vittime di lontani accadimenti, e che nella nostra comunità sempre ci sarà posto per accogliere loro e la loro speranza di libertà.

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