Il 21 marzo si celebra la Giornata della memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie; celebrazione che in una prima, iniziale, fase, fu lanciata per volontà di Libera ma che, da qualche anno, ricorre anche istituzionalmente, per merito della Legge n. 20 dell’8 marzo 2017. E di merito si deve assolutamente parlare con riferimento a questa norma che si è prefissata come obiettivo quello di testimoniare l’impegno delle associazioni, delle scuole, di ogni realtà sociale che intenda affermare i valori della legalità, contro ogni tentativo di sopraffazione agito dal crimine organizzato.
Se un cambiamento, in questi anni, è stato ottenuto, ciò è avvenuto soprattutto nelle nostre consapevolezze, di cittadini attivi e partecipanti, e questo risultato è da ascrivere in massima parte al sacrificio delle vittime di mafia e alla loro scelta di stare sempre e comunque dalla parte della legalità.
Ma i nostri territori, le nostre comunità, nelle loro naturali differenze, devono alimentare le occasioni di riflessione, di approfondimento, di incontro e di testimonianza sulle vite delle vittime innocenti delle mafie; la loro memoria si rivolge a tutti/e, le loro storie ci interrogano, le loro testimonianze ci spronano a non diminuire l’impegno profuso
In questa prospettiva, che è una convinta prospettiva di affermazione della legalità, e di ogni altro valore che si contrapponga a quelli mafiosi, l’Università degli Studi di Brescia, oltre a offrire il proprio contributo in termini di didattica, ricerca e scientifico alle iniziative antimafia generate dalla comunità bresciana, ha intrapreso un percorso partecipativo alla ideazione e costituzione del network bresciano per il contrasto alla criminalità organizzata e il supporto alle vittime della mafia, avviato dal Comune di Brescia.
L’impegno antimafia di UNIBS, oggi proclamato, sarà sempre attivo e concreto perché è un impegno che nasce dalla volontà di preservare i valori in cui convintamente crediamo e di cui temiamo l’aggressione da parte delle organizzazioni mafiose.
Carlo Alberto Romano