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8 Marzo | Giornata Internazionale della donna

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8 Marzo | Giornata Internazionale della donna

Nel 1678 Elena Lucrezia Cornaro Piscopia si laureò in Filosofia presso l’Università di Padova. La sua storia, tuttavia,  fu particolare e unica.

Per vedere donne nelle aule universitarie ancora molto tempo avrebbe dovuto trascorrere: solo nel 1874 l’accesso delle donne ai licei e alle università del Regno  verrà infatti consentito, anche se, a lungo furono utilizzate motivazioni pretestuose per respingere le iscrizioni femminili.

A inizio secolo, in Italia, nel 1900, risultano comunque iscritte all’università 250 donne.

Oggi è chiaro il motivo per il quale la condivisione degli stessi percorsi di studio con le donne e l’accesso ai medesimi saperi apparisse agli uomini del tutto intollerabile. La presenza femminile avrebbe costituito una minaccia a ruoli e primazie di genere, da millenni consolidati, in quella miope e discriminatoria visione.

La svolta avvenuta verso la fine dell’Ottocento, con la concessione di iscriversi alle università, appare  fondamentale nel cammino di emancipazione femminile. Nel solco tracciato da alcune irriducibili pioniere, il novecento diventerà il secolo delle donne in università (e non solo, naturalmente): dopo le studentesse arriveranno le prime docenti, portatrici di saperi innovativi e soprattutto portate a proporli in ambienti fino a quel moneto vocati al monopolio maschile.

Ma la presenza delle donne nelle università italiane rimane una questione multiprospettica, come dimostrano i dati ISTAT riferiti al 2020 (pubbl. maggio 2022).

Se è vero che dalla maturità il passaggio all’università vede ormai una prevalenza femminile (il 57,7 % delle diplomate contro il 45,1 % dei diplomati) guardando all’area STEM le ragazze scendono all’8,8 % mentre i ragazzi si attestano sul 30,3 %.

 Il totale dei laureati italiani nel 2020 è stato di 344.850, divisi fra 196.384 donne (il 57 % circa)  e 148.466 uomini (43 % circa), ma la prevalenza si capovolge se guardiamo al corpo docente: a fine 2019 su un totale di 55.426 docenti (ripartiti nelle diverse fasce) i maschi sono 34.155 (quasi il 62 %) e le femmine 21.271 (poco più del 38 %),  lievemente migliore la situazione nell’Ateneo di Brescia: su un totale di 655 docenti (relazione del Rettore alla inaugurazione dell’ A.A. 2022/23) gli uomini sono infatti 398 (circa il 60 %) e le donne 257 (circa il 40%).

Se poi pensiamo a quanto, in molti paesi del mondo, l’accesso all’istruzione, o più genericamente alla cultura,  per le donne sia ancora oggi estremamente limitato, a causa di croniche inadeguatezze strutturali ma talvolta anche per precise scelte ideologiche, non può non condividersi l’idea di come il cammino da compiere sia ancora lungo, prima di giungere a una condizione di reale eguaglianza.

L’Università degli Studi di Brescia, in occasione della giornata internazionale dedicata alla donna, afferma convintamente il proprio impegno a favore della parità di genere, declinato nella ricerca e realizzazione delle migliori condizioni che garantiscano, senza alcun limite o discriminazione, l’accesso a ogni livello, ruolo e funzione della comunità universitaria e aderisce completamente agli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ed in particolare agli Obiettivi 4 (Fornire una educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti) e 5 (Raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze).

 

Carlo Alberto Romano

Prorettore all’impegno sociale per il territorio