Skip to main content

25 aprile 2023 | Festa della Liberazione

Data news
Buon 25 aprile, volti tricolore

Il 25 aprile è la festa della Liberazione e il senso di questa celebrazione risiede anche nel richiamare il valore del libero pensiero, contro ogni forma di totalitarismo. Innegabilmente i totalitarismi del novecento si sono affermati anche con la collaborazione, inconsapevole o consenziente, delle istituzioni che avrebbero dovuto costituire un argine al pensiero omogeneo, e tra queste vi fu l’Università.

Ecco perché oggi riveste particolare significato rivendicare il ruolo fondamentale che l’Università può assumere nel contrasto all’egemonia di pensiero. Il regime totalitario, lasciando sugli scaffali delle librerie e nelle biblioteche scolastiche solo i testi che giustificano anche le azioni più efferate sulla base di un supposto destino storico, promuove forzatamente e subdolamente il proprio consenso e lo fa anche eliminando fisicamente ogni dissonanza. Come non ricordare i roghi di libri del 1933 durante i quali vennero bruciati tutti i libri non confacenti all’ideologia nazista.

Distruggere tutto ciò che ricostruisce un passato ed un presente differente dalla rappresentazione uniforme del regime totalitario ha uno scopo preciso: impedire che i liberi pensatori possano alimentare il tarlo del dubbio e la ricerca della verità, erodere il consenso nei confronti di un pensiero unico che non tollera appunto la verità storica. Al contrario, il libero pensiero e la ricerca della verità, scientifica e storica, rappresenta la stella polare della azione educativa, in particolare degli studi universitari. La maturazione della coscienza critica, la possibilità di libera espressione – nei limiti imposti dalla Costituzione e dalla civile convivenza – il dialogo tra pari e tra docenti e discenti è obiettivo naturale della comunità accademica, chiamata a servire il proprio territorio formando professionisti consapevoli e responsabili del proprio ruolo nella società. Nella pluralità di idee che è condizione essenziale per lo sviluppo dei popoli.

Anche la propaganda è uno strumento al servizio del totalitarismo: l’informazione uniforme, la lettura a senso unico della realtà, la esaltazione delle divisioni e la demonizzazione del diverso sono tutte tecniche finalizzate a creare il “nemico” da combattere per proteggere la propria identità, soprattutto – ma non solo - nelle menti più giovani e perciò più plasmabili. Il ruolo della Università è invece quello di far risplendere il valore del confronto, della oggettività scientifica, della verità che i nostri giovani sono affamati di conoscere per poter recuperare la fiducia in un futuro solare dove l’umanità possa riprendere un cammino di crescita solidale e vera. Dove la competizione e la ricerca del successo non sia l’unico scopo per emergere e primeggiare. Le fragilità che sono riportate sempre più frequentemente dagli studenti universitari riflettono anche l’incertezza di un futuro dove sempre più difficile è ipotizzare un proprio ruolo attivo seguendo i propri ideali di vita coltivando i propri talenti in un ambiente educativo favorevole e comprensivo, volto alla valorizzazione del singolo.

Del resto l’Università è per definizione stessa la istituzione dove si esercita il libero pensiero. Il luogo della scienza, delle arti e delle lettere. Il posto della analisi critica del sapere. Il posto dove l’unione feconda tra docenti e discenti può e deve portare al progresso della società libero da condizionamenti. La istituzione universitaria ha sempre fatto paura ai regimi totalitari perché potenzialmente in grado di minare il consenso e le radici stesso del proprio potere. Proprio per questo motivo il regime fascista promulgò nel 1931 la legge che obbligava i docenti delle Università Italiane a giurare fedeltà al fascismo pena la perdita della Cattedra universitaria. Solo uno sparuto manipolo di professori universitari (meno di venti su un corpo docente che allora contava oltre 1.200 professori di ruolo) rifiutarono di prestare giuramento e ne pagarono le conseguenze. Da quel momento scese definitivamente l’oscurità democratica in Italia, Paese dove le Università nacquero – prime nel mondo occidentale – quali luoghi liberi di scienza e la istituzione universitaria non fu più in grado di esercitare il proprio ruolo di culla del fecondo libero pensiero, nel quale la diversità è una ricchezza, che può e deve essere messa a frutto per il bene della umanità tutta, valorizzando le rispettive sensibilità.

Il termine stesso di Università sottintende la volontà di abbracciare tutte le culture favorendone la integrazione e non la conflittualità. Universale, dunque, con il fine ultimo di favorire lo sviluppo dell’Uomo inteso nella sua unitarietà.

Celebriamo dunque questo 25 aprile, testimoniando il significato della solidarietà e della libertà a difesa dei valori di umanesimo che ogni civiltà vera ed ogni religione profonda ci consegnano e nei quali ci riconosciamo.
Francesco Castelli